Tornano a casa gli emigranti di Nembro, e con loro tutti gli emigranti della Val Seriana.
L’occasione è data non solo dalle ferie estive, ma anche dalla ricorrenza della Madonna dello Zuccarello, in programma l’8 agosto, alla quale sono molto devoti. Un tempo, infatti, non c’era emigrante che lasciasse il paese e i centri della valle senza prima salire al “Santuario del Colle”, per affidarsi alla protezione della Vergine Addolorata. Oggi, le cose sono un po’ cambiate: gli emigranti che ritornano a Nembro durante l’estate sono sempre di meno. Ciò non toglie che la tradizione rimanga ancora viva. E, così, da 27 anni l’associazione “Nembresi nel mondo”, diretta da Lino Rota (nelle foto) e dalla moglie Mariuccia Abondio, in collaborazione con il Comune di Nembro e l’Ufficio Migranti della Diocesi di Bergamo, organizza la “Festa dell’Emigrante”, che anche quest’anno, è in programma nei giorni precedenti la festa mariana dello Zuccarello, cioè sabato 7 agosto.
Già giovedì 4 agosto, alle 21, presso il Museo della Miniera e dell’Emigrazione, in via Lonzo, è previsto un momento di riflessione sul fenomeno migratorio: si tratta di “Cinema in miniera”, con la proiezione del film-documentario “Addio, addio amore”, realizzato in occasione del 75° anniversario del trattato italo-belga “Uomo-Carbone”, siglato nel giugno del 1946 e frutto del secondo Governo guidato dallo statista trentino Alcide De Gasperi. Un accordo controverso, la cui valutazione, a distanza di anni e alla luce delle realizzazioni (a tratti drammatiche) che ne sortirono, diviene un’occasione per interrogarsi sulla distanza che talora si può ravvisare nella storia tra la visione europea dei Padri fondatori e le concrete vicende che, nel bene e nel male, hanno fatto l’Europa.
L’accordo italo-belga del 1946, oggetto in seguito di successive integrazioni e precisazioni, prevedeva infatti che il Belgio accogliesse migliaia di lavoratori italiani nelle miniere di carbone belghe e assicurava all’Italia un’importante fornitura di carbone, proporzionale al numero di minatori inviati. In questo modo, il Belgio superava la carenza di manodopera che ne stava rallentando la ripresa industriale, mentre l’Italia, Paese sconfitto nella Seconda guerra mondiale e che versava in condizioni economiche disastrose, trovava una valvola di sfogo alla dilagante disoccupazione che caratterizzava il Dopoguerra e si garantiva una materia prima indispensabile alla ricostruzione.
Ma all’ombra dei trattati si aprirà il dramma di migliaia di lavoratori, che si troveranno ad affrontare durissime condizioni di vita e di lavoro, che susciteranno vane critiche dello stesso governo De Gasperi e saliranno drammaticamente alla ribalta alcuni anni dopo la sua morte, quando in un incendio scoppiato nella miniera del Bois du Cazier di Marcinelle perderanno la vita 262 persone, tra cui ben 136 immigrati italiani.
Ed eccoci a sabato 6 agosto, antivigilia della Festa della Madonna dello Zuccarello, momento culminante, con la 27^ “Festa dell’Emigrante”.
Alle 10.30, il ritrovo, presso il Museo della Miniera; alle 11, la Messa (in caso di maltempo al santuario dello Zuccarello); alle 12, saluto delle autorità locali, con in testa il sindaco di Nembro Gianfranco Ravasio e i rappresentanti dell’Ente Bergamaschi nel Mondo; quindi, cerimonia di commemorazione delle vittime della tragedia mineraria di Marcinelle, a 66 anni dall’evento: l’8 agosto 1956, infatti, a “Le Bois du Cazier”, nelle miniere di Marcinelle, in Belgio, per un incendio a 1.000 metri di profondità morirono 262 minatori, di cui 136 italiani, e di questi un bergamasco, tale Assunto Benzoni di Endine Gaiano. Come è tradizione, i morti nella tragedia in Belgio verranno ricordati uno per uno, chiamati per nome e per ognuno di loro verrà risuonato un rintocco di campana.
Alle 13, poi, pranzo sociale presso il ristorante Vitanova di Nembro.
Per informazioni: Valentina Trovesi, Settore Affari Culturali, Biblioteca Centro Cultura 035.471.362.