7 AGOSTO, NEMBRO: RICORDATA LA TRAGEDIA DI MARCINELLE

Ricorda la tragedia di Marcinelle, in Belgio, l’associazione “Nembresi nel mondo”, diretta da Lino Rota e dalla moglie Mariuccia Abondio.

Come ormai capita la 29 edizioni, l’associazione che raduna gli emigranti nembresi, in collaborazione con il Comune di Nembro e l’Ufficio Migranti della Diocesi di Bergamo, ha organizzato la “Festa dell’Emigrante”, che anche quest’anno si è svolta il 7 agosto, vigilia della “Festa dello Zuccarello” (8 agosto). Un momento d’incontro, ma anche di commemorazione, per ricordare le vittime della tragedia mineraria di Marcinelle, a 68 anni dall’evento: l’8 agosto 1956, infatti, a “Le Bois du Cazier”, nelle miniere di Marcinelle, in Belgio, per un incendio a 1.000 metri di profondità morirono 262 minatori, di cui 136 italiani, e fra questi un bergamasco, tale Assunto Benzoni di Endine Gaiano.

In cabina di regia, nonostante i suoi 95 anni, c’è il nembrese Lino Rota, uno dei soccorritori chiamati a salvare più minatori possibili in quel disastro di Marcinelle, lui che già da anni lavorava in Belgio. Ed è lui che, dopo la pensione, ha costruito, pezzo per pezzo, con materiali trasportati dal Belgio, il Museo della Miniera, situato nella piazzetta dell’emigrante, in via Lonzo, per mantenere vivo il ricordo di Marcinelle, facendo prendere coscienza del sacrificio di quegli uomini, morti mentre lavoravano. Una storia che non va dimenticata.

La cerimonia è iniziata con la Messa di suffragio, celebrata da don Sergio Gamberoni, direttore dell’Ufficio per la Pastorale dei Migranti della Diocesi di Bergamo, e proseguita con il ricordo dei minatori morti in miniera, i cosiddetti “gueules noires” (musi neri), ricordati uno per uno, chiamati per nome, con un rintocco di campana. Toccante la presenza di un gruppo di emigranti provenienti dal Belgio. Quindi, un momento di raccoglimento e di ricordo con interventi delle autorità locali. In primis, il sindaco di Nembro Gianfranco Ravasio (“Ringrazio Lino e Mariuccia, per le loro fatiche nel realizzare questo museo, che quest’anno si arricchirà di un nuovo elemento, la “Baracca del Minatore”, cioè il luogo dove vivevano i minatori italiani quando arrivavano in Belgio per lavorare. Una spesa notevole, 30.000 euro, per la quale ringrazio quanti hanno contribuito, dalle istituzioni ai privati e in particolare il Consorzio BIM nelle persone del presidente Carlo Personeni e della consigliera Anna Gusmini”). A seguire, il sindaco di Endine Gaiano, Carlo Zoppetti, che ha ricordato il concittadino Assunto Benzoni, uno dei 136 italiani morti a Marcinelle; l’esploratore e appassionato di ricerche naturalistiche Gianni Comotti, membro dell’associazione “Nembresi nel Mondo” (“Entro ottobre, avremo pronta la “Baracca del Minatore”, che verrà arredata come era allora, quando la abitavano i minatori italiani che lavoravano in Belgio, nelle miniere di carbone. Tanti i contributi, da enti, associazioni, privati cittadini, e ringrazio anche l’ing. Ivan Carrara che l’ha progettata a titolo gratuito”); e il presidente dell’Ente Bergamaschi nel Mondo Carlo Personeni.

Questo il suo intervento: “Ringrazio gli organizzatori di questa manifestazione, ormai un evento che fa tradizione; in particolare, ringrazio Mariuccia Abondio e Lino Rota, che con grande dedizione e impegno, in tanti anni, hanno portato avanti il ricordo di una tragedia, Marcinelle, che ogni anno ci vogliono far ricordare. Un ricordo, però, che è anche una problematica connessa alla nostra emigrazione bergamasca. Una emigrazione nata ben 150 anni fa circa, ma che non si è mai fermata, e che con alti e bassi continua ancora oggi: si pensi che neanche il COVID l’ha fermata.

Una emigrazione che oggi tocca quasi 6 milioni di italiani all’estero (quelli iscritti AIRE: Anagrafe Italiani Residenti all’Estero), quindi italiani che hanno optato di vivere in modo duraturo in terra straniera. Di questi 6 milioni, come rintracciato dagli ultimi dati, quasi 671.000 sono lombardi e ben 68.531 sono bergamaschi. Si pensi che solo nel 2023 più di 82.000 italiani hanno scelto la via dell’emigrazione. Numeri importanti, ma che diventano ancor maggiori, pensando a tutti coloro che sono all’estero da decenni, che sebbene non hannopiù la nazionalità italiana, hanno origini italiane.

A questo proposito il Ministero degli Esteri ha decretato che il 2024 è l’anno del “Turismo delle Radici”, considerato che abbiamo ben 80 milioni di oriundi italiani nel mondo che io chiamo “italici”, cioè italiani di seconda/terza/quarta generazione. Visti i numeri siamo di fronte ad una “seconda Italia nel Mondo”. Questi “italici” sono una fonte di ricchezza per l’economia italiana. Un grande potenziale umano che, se adeguatamente stimolato e incoraggiato, motivato dalla ricerca delle proprie origini, può veicolare, come “turisti di ritorno” qualche miliardo di euro per il nostro Paese.

Preso atto che l’emigrazione italiana, come anche a Bergamo, è iniziata all’incirca nel 1876, circa 150 anni fa, diretta in particolare in Sud America e poi in Europa, considerando che i luoghi di partenza di questi primi emigranti non erano le città ma i piccoli Comuni delle nostre Valli e dei borghi montani, si può intuire che partivano da territori ad economia poverissima. Quindi, lo stimolo promosso dal Governo e recepito dal nostro Ente Bergamaschi nel Mondo (EBM), ma anche da alcuni Comuni che organizzano manifestazioni specifiche, è quello di coinvolgere questi oriundi bergamaschi sparsi nel mondo, attraverso varie manifestazioni che puntino a richiamarli nei luoghi di origine.

A tal proposito, il nostro Ente, il prossimo 21 settembre, ha deciso di coinvolgere tutti i 243 Comuni bergamaschi, i vari Enti pubblici e privati, ma soprattutto gli emigranti sparsi nei 5 continenti, e anche gli ex-emigranti attualmente presenti in Bergamasca, in un incontro-convegno dal titolo “Bergamo abbraccia i suoi emigranti”, che avrà come sede l’auditorium del Seminario Vescovile. Dapprima, la Messa, nella chiesa ipogea, concelebrata da S.E. il vescovo di Bergamo mons. Francesco Beschi; a seguire, gli interventi di parlamentari, anche quelli eletti nelle circoscrizioni estere, di consiglieri e assessori di Regione Lombardia, nonchè relatori esperti di emigrazione. Al termine, un momento conviviale.

Duplice l’obiettivo del convegno; coinvolgere gli emigranti e sensibilizzare le amministrazioni pubbliche locali, Regione e Parlamento italiano sulle problematiche dell’emigrazione italiana, che è in continuo movimento. Inoltre, si parlerà di “Turismo di ritorno” che, si badi bene, non deve finire nel 2024, ma deve durare ogni anno, e dare stimoli ricorrenti per il rientro degli emigranti nelle proprie terre di origine, andando a riscoprire le loro alle radici. Come dico sovente, i nostri emigranti sono stati fonte di costante risorsa per l’economia italiana. Ma sono stati, e possono esserlo tuttora, i nostri migliori ambasciatori all’estero. Non dimentichiamoli”.