L’11 ottobre la Chiesa festeggia san Giovanni XXIII. Il Papa buono, il Papa del “Discorso alla luna”, il Papa della carezza ai bambini. Soprattutto il Papa del Concilio, visto che la data scelta da Papa Francesco Bergoglio per la sua memoria liturgica richiama l’apertura del Vaticano II, l’11 ottobre 1962, quell’evento profetico che aprì la Chiesa all’abbraccio con la modernità.
San Giovanni XXIII morì il 3 giugno 1963. Ma la Chiesa lo festeggia non in questa data, quella del dies natalis, il giorno della “nascita al cielo”, ma l’11 ottobre. Così ha voluto papa Francesco iscrivendolo nell’Albo dei Santi del Calendario romano, dopo la canonizzazione del 27 aprile 2014.
Ecco, un’analisi di mons. Ettore Malnati (1922) – (Vicario episcopale per il laicato e la cultura – diocesi di Trieste)
Papa Giovanni XXIII, dopo aver fatto conoscere il 29 gennaio 1959 la sua “intuizione” di volere per la Chiesa un Concilio universale, l’11 ottobre 1962 apre solennemente il Concilio Vaticano II.
Il desiderio di voler ascoltare nello stile antico della collegialità sub et cum Petro per offrire al mondo il volto ed il cuore di una Chiesa più propensa allo stile della misericordia che a quello della condanna, fu sempre presente nella vita dello studente bergamasco negli anni romani, del prete accanto al vescovo Radini Tedeschi nell’attenzione ai cambiamenti sociali della società, del Delegato pontificio in Oriente sia in Bulgaria che in Grecia e in Turchia durante la guerra, del Nunzio a Parigi con un’attenzione ai nuovi germogli per l’ecumenismo, del Patriarca di Venezia e Metropolita per la Chiesa del Triveneto vicino alle sofferenze dei profughi giuliano-dalmati e poi del Pontefice Romano, capace di guardare il mondo con il cuore e la mente oltre le categorie curiali.
Già in un incontro con l’arcivescovo G.B. Montini nel vespero del 15 agosto 1955, come mi confidarono monsignor Macchi e monsignor Capovilla – e lo testimonia in modo “eclettico” la lapide collocata sulla facciata di Ca’ Maitino, a Sotto il Monte, a ricordo di quell’evento – i due si confrontarono grazie alle loro diverse esperienze, ma entrambi si riscontrarono desiderosi di una Chiesa più presente e attenta alle evoluzioni spirituali, culturali e sociali, realizzando una svolta di “aggiornamento” pastorale, in ogni settore compreso il dialogo con tutti i cristiani e con il mondo.
Quel giorno fu preparato da due anni di intenso lavoro, dove Papa Giovanni coinvolse l’intero episcopato del mondo, perché indicasse le tematiche da affrontare in Concilio. I vescovi e le università pontificie fecero giungere alla Commissione centrale, presieduta dal card. Tardini, i loro “vota” (così si chiamavano) che il Papa volle tutti esaminare assieme al suo segretario particolare mons. Capovilla.
La Curia romana preparò 70 schemi attraverso le varie Commissioni volute dal Papa. Lo stile non entusiasmò Papa Giovanni e neppure l’eccessivo numero degli schemi; infatti, il Papa li ridusse a neppure venti.
Chi molto aiutò nello stile dialogico fu il Segretariato per l’unità dei cristiani, voluto dallo stesso Giovanni XXIII e guidato dal biblista gesuita card. Bea. Il Papa era determinato, ma adottò la virtù della pazienza e della prudenza. Alcuni teologi, come Congar, dubitarono della determinazione del Papa circa il Concilio dopo l’entusiasmo iniziale, temendo il sopravvento del “partito curiale”. Si dovette ricredere.
Papa Giovanni fece i vari passaggi secondo i suoi piani e nell’intento di non escludere nessuno, ma facendo doveroso discernimento per ottemperare allo stile di collegialità “cum et sub Petro” che poi il Concilio convaliderà ascoltando le voci della Chiesa tutta. Consapevole della grande responsabilità dell’evento e delle diverse anime presenti nel tessuto ecclesiale, oltre al suo prezioso impegno di mediazione dopo avere sottoscritto nel dicembre 1961 la costituzione apostolica Humanae Salutis, dove aveva espresso le finalità del Concilio, sottolineando che questi “è chiamato ad offrire una possibilità per tutti gli uomini di buona volontà di avviare pensieri di pace; pace che può e deve venire soprattutto dalle realtà spirituali e soprannaturali” (n.9), l’1 luglio 1962 mandò la lettera enciclica Paenitentia Agere, affinchè in tutte le Chiese particolari ci si unisse con preghiere, riflessioni e gesti penitenziali per il buon esito del Concilio Vaticano II.
Un mese prima dell’apertura, l’11 settembre 1962 Giovanni XXIII in un radiomessaggio parlò della primavera della Chiesa e della sua scelta verso i poveri. Ciò colpì la sensibilità del card. Léger, arcivescovo di Montreal in Canada, che inviò un telegramma al Papa con l’intenzione di rasserenarlo, scrivendo che oltre ai 2.000 Padri sarebbe entrato un altro Padre che avrebbe dato senso all’“aggiornamento” desiderato da Giovanni XXIII: lo Spirito Santo.
Il card. Léger fu uno dei Padri che sostenne l’attenzione della Chiesa verso gli ultimi e ciò lo testimoniò dopo il Concilio, lasciando la diocesi per vivere in un lebbrosario.
La mattina dell’11 ottobre il Papa era già colpito dal male che poi nel giugno 1963 lo porterà alla morte, ma scese in San Pietro con la processione dei 2000 vescovi in sedia gestatoria e aprì l’assemblea con il suo significativo discorso Gaudet Mater Ecclesiae, dove stigmatizzò i vari profeti di sventura, dicendo di dissentire da essi e di volere una Chiesa che preferisce la medicina della misericordia ed auspicando che cielo e terra si uniscano per celebrare questo Concilio.
Così, troviamo nel diario del Concilio del Vescovo di Trieste e Capodistria mons. Santin, amico ed estimatore di Roncalli:
“Quando entriamo in S. Pietro (io sono con mons. Fissato di Vicenza) già più della metà dell’Aula conciliare, dall’entrata, è piena di vescovi. Prendiamo posto. Arriva il Papa. Deve avere nervi di ferro. Egli domina calmo ogni situazione…… Quando tutti i vescovi hanno preso posto è il Papa che sale sul trono sotto il ciborio del Bernini davanti all’altare papale… Incomincia la funzione che terminerà alle 13.15. Tutto si svolge con solennità, decoro e pietà. Veni Creator intonato dal Papa, pontificale del card. decano Tisserant con assistenza papale, obbedienza, professione di fede prima del Papa poi dei Padri, canto del Vangelo nelle due lingue (greco e latino), intronizzazione del Vangelo, e prima ancora Litanie dei Santi e discorso del Papa.
Così, incomincia il più grande Concilio della storia per numero di partecipanti e probabilmente uno fra i più grandi per l’importanza che avrà… A sera, arriva a piazza S. Pietro una fiaccolata organizzata dai giovani… Tutta la via della Conciliazione pare trasformata in un mare di fiamme che invadono piazza S.Pietro… Il Papa appare alla finestra del suo studio… Parla con semplicità, da padre. Benedice e augura la buona notte e dice: “Quando ritornate a casa fate una carezza ai vostri bambini e dite loro che è la carezza del Papa” …
Così, ha avuto inizio il Concilio nella festa della Maternità di Maria. Esso è affidato a Lei”.
SCHEDA
Nome: San Giovanni XXIII
Titolo: Papa
Nome di battesimo: Angelo Giuseppe Roncalli
Nascita: 25 novembre 1881: Sotto il Monte, Bergamo
Morte: 3 giugno 1963, Vaticano
Ricorrenza: 11 ottobre
Tipologia: Commemorazione
Patrono di Valsamoggia (Bologna)
Protettore dell’Esercito Italiano
Beatificazione: 3 settembre 2000, Roma, papa Giovanni Paolo II
Canonizzazione: 27 aprile 2014, Roma, papa Francesco
Luogo reliquie: Basilica di San Pietro, in Vaticano