“IL MIO SACRIFICIO”, DI MARIA DI PIETRO: UN’IDEA DI “PAGINE BERGAMASCHE”

Cos’è “Pagine Bergamasche”? Una rassegna culturale di promozione e valorizzazione del territorio bergamasco: capitale umano, luoghi, storia, personaggi, tradizioni, folklore, dialetto. E’ tutto questo. In cabina di regia Maria Di Pietro, di Treviglio, promotrice culturale e organizzatrice di eventi e, in questo caso, ricercatrice e promotrice di autori e libri che raccontano e valorizzano il territorio bergamasco.

“Offrire la possibilità ai lettori di incontrare chi scrive è un progetto con altissima vocazione sociale – spiega Maria Di Pietro – Non si tratta solo di organizzare un momento di presentazione di un libro qualunque, ma di far convergere persone attorno alla lettura, partendo dalla lettura per intessere accademie sparse e popolari di rapporti umani, riflessioni sociologiche e valorizzazione del capitale umano territoriale, non ultimo un tentativo concreto di dare una mano alla economia nostrana, promuovendo autori e case editrici locali”.

“Più in generale “Pagine Bergamasche” ha un’ampia serie di finalità – continua Di Pietro – promuovere la lettura come mezzo di crescita sociale; promuovere gli autori locali con l’intento di valorizzare le nostre risorse; promuovere libri, favole e racconti ambientati prevalentemente nei nostri luoghi con lo scopo di mettere in evidenza la bellezza dei nostri borghi e paesaggi ed il valore storico artistico e culturale dei nostri territori; sostenere la nostra economia facendo conoscere le case editrici bergamasche; attrarre turismo nei nostri borghi, tutti ad altissima valenza turistica; far incontrare l’autore al lettore come incentivo alla lettura e, perché no, alla ulteriore scrittura (partire dalla lettura del libro per affrontare tematiche di interesse sociale); creare tradizione culturale incentrata sulla valorizzazione delle nostre ricchezze”

In quest’ottica, progettato e realizzato da “Pagine bergamasche” è il libro “Il mio sacrificio” (che è anche un film), che ha l’obiettivo di raccontare una nuova preghiera, una richiesta di abbandono del giudizio. Una realizzazione artistica, di alto livello, nata da una riflessione interiore che si arricchisce divenendo (per quanto riguarda il film) ulteriore occasione di promozione e valorizzazione dei luoghi e del capitale umano del territorio bergamasco. Del resto, la figura di Giuda, subito dopo quella di Gesù, ha sempre suscitato domande, curiosità e diversi punti di vista e questa proposta, quindi, non rappresenta certo una novità.

“Partendo dall’analisi del testo, per non tralasciare tutti i pensieri che mi hanno convinta a fare questo copione così articolato e per non errare in tracciati che potrebbero essere troppo digressivi – aggiunge Di Pietro –  ho raccolto parole per raccontare parole e gesti, suoni e immagini, al fine di costruire una preghiera universale, complementare, di misericordia. Questo testo scenografico non si propone certo di rendere Santo ciò che santo non è, ma tenta di perorare la causa dell’intero genere umano, maschile e femminile. Una richiesta di misericordia messa in scena da un personaggio ambivalente, unico, UNO. Ciò che vi resterà, spero, di questa esperienza, sarà la comprensione che alla fine ogni essere umano uscirà di scena. Per volontà “propria”, come apparentemente ha fatto Giuda, o per volontà divina, perché la morte prima o poi ci prenderà tutti. Non importa come o quando. Non importa dove. Ma ci prenderà, si prenderà il nostro corpo e restituirà la nostra anima a Dio. E Ciò che rimarrà sarà il canto del mondo, la Gloria”.

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