Il Ministro degli Esteri svizzero Ignazio Cassis, di chiare origini bergamasche, è stato eletto mercoledì 8 dicembre dal Parlamento come prossimo presidente della Confederazione Elvetica per il 2022. Cassis, che assumerà l’incarico a partire dal 1° gennaio, è quinto politico della Svizzera italiana a ricoprire la carica di presidente, a 24 anni da Flavio Cotti.
La sua elezione con 156 voti su 197 era prevista nell’ambito dell’alternanza tra i 7 membri del governo elvetico alla presidenza di turno annuale, al posto del ministro dell’Economia Guy Parmelin. Come suo vice è stato eletto il ministro della Salute Alain Berset, che secondo il principio di rotazione dovrebbe succedergli nel 2023. Esponente del Partito liberale e medico di professione, 60 anni, Cassis era entrato a far parte dell’esecutivo nel 2017 e manterrà anche il ruolo di ministro degli Esteri.
Nato a Sessa da genitori italiani, il padre Gino originario di Longhirolo di Luino, nel Varesotto, e la madre Mariarosa, della provincia di Bergamo, all’età di 15 anni Ignazio Cassis ha ottenuto anche la cittadinanza svizzera; e ha poi rinunciato a quella italiana (una scelta che ha provocato qualche polemica), quando si è candidato per l’elezione al Governo.
Medico di formazione, ha dapprima esercitato la professione in ambito clinico, poi dal 1996 al 2008 ha ricoperto la carica di medico cantonale in Ticino. Membro del Partito liberale radicale (destra), si è candidato una prima volta per le elezioni in Consiglio nazionale (Camera bassa) nel 2003, fallendo l’obiettivo. È andata meglio quattro anni dopo. Riconfermato in Consiglio nazionale nel 2011 e nel 2015, Cassis è riuscito a scalare le gerarchie del partito diventando anche capogruppo liberale radicale alle Camere federali. Cassis ha rivestito negli ultimi anni cariche importanti nel Governo della Svizzera: dal 2017 è stato a capo del Dipartimento degli affari esteri e il 9 dicembre 2020 è stato eletto Vicepresidente della Confederazione per l’anno 2021. Ignazio Cassis è il quinto svizzero italiano ad essere eletto alla presidenza della Confederazione. Prima di lui erano arrivati alla più alta carica dello Stato Giuseppe Motta (per cinque volte, la prima nel 1915), Enrico Celio (1943 e 1948), Nello Celio (1972) e infine Flavio Cotti (1991 e 1998).
L’elezione del presidente della Confederazione è un appuntamento che si ripete ininterrottamente dalla nascita dello Stato federale nel 1848: durante la sessione invernale le due Camere del Parlamento riunite lo nominano tra uno dei sette membri del Consiglio federale (esecutivo). Il presidente resta in carica solo un anno e non ha poteri particolari. È un “primus inter pares” (primo tra pari), poiché la funzione di capo dello Stato resta nelle mani dell’insieme del Collegio governativo. Ha però dei compiti specifici, in particolare di dirigere le sedute del Governo e di assumere determinati doveri di rappresentanza, ad esempio tiene i discorsi di Capodanno e della Festa nazionale del 1° agosto. Da una trentina d’anni, è anche consuetudine che si rechi all’estero per visite ufficiali. La regola non scritta, applicata dalla fine del XIX secolo, è quella del principio di rotazione: viene eletto presidente il consigliere federale in carica da più anni che non ha ancora ricoperto questo incarico o che non svolge questa funzione da più tempo.