Una storia di emigrazione intercontinentale, da Calcinate a Bellinzona, e poi a Stoccarda, passando per l’Eritrea e il Guatemala.
Una vita di duro lavoro, di sacrifici, di viaggi lontano da casa, di addii e arrivederci, ma sempre con il sorriso stampato sul viso, e la generosità come biglietto da visita. Questo è Mario Fadini, classe 1934, terzogenito di dieci figli, originario di Calcinate, nella Bassa Bergamasca, dove vive in campagna, alternando il lavoro del contadino con quello di garzone in panetteria. A 15 anni la prima tappa fuori dal paese, ad Arcore, appunto come aiutante in una panetteria: ma non solo, anche giardiniere presso Villa Borromeo. Tanto lavoro, e lo stipendio che viene sempre spedito al nonno, l’amministratore della famiglia. Quindi, il servizio militare, come alpino. Pian piano, però, prevale la voglia di conoscere il mondo, lasciare quel futuro già segnato e disegnarne uno nuovo, da solo. Nel 1957, emigra in Svizzera, a Bellinzona, dove fa quello che sa fare meglio, il panettiere, con un sogno nel cassetto, aprire un proprio panificio. Intanto, conosce Margot e nel 1959 si sposa (dal matrimonio nascono tre figli, Peter, Roberto e Angelo): tornato a Calcinate pensa di trovare le risorse per rendere concreto il suo sogno, ma la famiglia non lo asseconda. Riparte, saluta Calcinate per sempre, e nel 1960 si trasferisce in Germania, a Scharnhausen, vicino a Stoccarda, nel Baden-Wurttemberg, dove trova occupazione presso la famosa ditta Robert Bosch. Anche se distante 40 km da casa, nessun problema: Fadini inforca la bicicletta con qualsiasi condizione di tempo, sia d’estate che d’inverno. Poi, nel 1961, trova un piccolo appartamento a Stoccarda, e la qualità della vita migliora. In fabbrica rimane fino al 1971, giusto il tempo per consolidare le sue finanze e lanciarsi, con un socio, in una bella avventura, un’azienda di costruzioni, la “Reuter & Fadini”: l’esperienza dura cinque anni. Poi, si mette in proprio, e nel 1976 nasce la “Mario Fadini”, azienda edile con sette dipendenti.
L’azienda, poi, nel 1990, passa ai tre figli. E’ Peter il più intraprendente, e la ditta, specializzatasi poi in giardinaggio, prende il nome di “Peter Fadini”. Mario vi lavora fino a 72 anni, come dipendente.
Intanto, dagli anni ‘80, Mario è socio del Gruppo Alpini di Stoccarda. Spirito aperto e solidale, si dedica al volontariato. E nel maggio 1990 viene a sapere da padre Ilarino Marichelli che serviva un pannello solare per un villaggio in Eritrea. Detto, fatto: nel gennaio 1991 il Gruppo Alpini di Stoccarda, del quale Mario è vicecapogruppo, fa pervenire al villaggio di Ebaro, tramite le suore della Divina Volontà, un impianto fotovoltaico completo. Ma non solo: nel 1994, mediante diverse iniziative, gli alpini di Stoccarda, in collaborazione con la Missione Cattolica Italiana, presente in città dal 1978, raccolgono fondi per la costruzione di una scuola elementare ad Ebaro, ben 65.000 euro: durante le ferie, Fadini scende in Eritrea con altri alpini per costruirla. La scuola viene inaugurata il 21 ottobre 1995.
Ormai, Fadini è coinvolto nel volontariato a tempo pieno, collaborando strettamente con la locale Missione Cattolica Italiana, guidata allora da don Luigi Betelli, di Dalmine. Così, contribuisce con entusiasmo alla costruzione di un asilo infantile alla periferia di Città del Guatemala. Questo viene inaugurato il 26 gennaio 1997.
Divorziato dalla prima moglie, nel Paese centro-americano Mario incontra Maria Eugenia Lopez Benitez, classe 1955, che diventa la sua seconda moglie nel 1999. Il tutto per una coincidenza: Sandra, la sorella di Maria Eugenia, era sposata con un tedesco ed abitava a Stoccarda, dove Maria Eugenia, nel 1998, la va a trovare. Qui, rivede Mario e, in breve tempo, i due si sposano.
Tanti altri gli aiuti al Guatemala, anche grazie ai buoni rapporti con i missionari bergamaschi. Poi, uno sguardo alla sua Bergamo; e, sempre in collaborazione di don Luigi Bettelli, nel 2003 costituisce la delegazione di Stoccarda dell’Ente Bergamaschi nel Mondo: un punto di contatto, uno sportello di aiuto e sostegno agli immigrati bergamaschi e non. Nello stesso anno, per il suo impegno solidale e sociale, vien insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro della Repubblica Italiana.
Anche se ora ha 87 anni, e qualche acciacco di troppo, Mario Fadini non molla, e ha ancora in animo tanti progetti.